Tra le scintillanti insegne presenti in quel di Colonia, ci siamo imbattuti – ovviamente – nei grandi e colorati stand Nintendo. Con la presenza massiccia di tutte le nuove promesse dell’E3 losangelina, si arricchisce notevolmente la softeca dell’ultimo portatile made in Kyoto, vittima nelle ultime settimane di burrascose cancellazioni. E proprio in questo senso, dopo il price-cut, Iwata e soci sì sono impegnati nel rilanciare i marchi iconici dell’azienda. Tra questi ultimi ce n’è uno che pur avendo a suo carico una singola incarnazione, può vantare di un’enorme fetta di fan e appassionati che a gran voce richiedevano un seguito. Stiamo ovviamente parlando di Luigi’s Mansion 2, titolo con protagonista il mai troppo inflazionato fratello minore di Mario, alle prese con una nuova e terrificante avventura.
A caccia di fantasmi in 3D
Immediato. Delizioso. Carismatico. Aggettivi che all’epoca appartennero al primo episodio e che oggi vengono adottati ancora una volta da Luigi’s Mansion 2, senza però perdere mai fascino né scadere nel banale. Per coloro che sentissero parlare per la prima volta di questa fortunata ed apprezzata serie è lecito introdurre in maniera esaustiva le meccaniche che hanno contribuito al successo del titolo originale. Il temerario e coraggioso Luigi, vittima lapalissiana dell’incalzante ombra del fratello maggiore, era impegnato a salvare proprio quest’ultimo, rapito dal diabolico fantasma Re Boo. La trama – come semplice cornice del gioco – non ci è stata totalmente svelata, ma dalla prova appena conclusasi abbiamo potuto attestare la presenza del Dr.Strambic, inventore del Poltergust 3000, l’unica arma a disposizione del buon Luigi contro le orde di terribili fantasmi. Parlando di concept di gioco, vediamo come a rappresentare la chiave di volta ci pensa l’esplorazione di magioni infestate: procedendo di stanza in stanza il giocatore deve – prima – illuminare e – poi – catturare i nemici di turno, così da poter ottenere accessi a nuove aree e procedere lungo il suo cammino. Una delle maggiori critiche mosse contro il suo predecessore risiedeva nella longevità : sin dall'annuncio di questo nuovo capitolo, però, Reggie Fils-Aime ha voluto sottolioneare la presenza di più magioni, rassicurando i fan che amaramente avevano visto scorrere i titoli di coda sullo schermo già dopo qualche ora.
La meccanica, ci torniamo, è dunque semplice ed immediata: circle pad per i movimenti, tasto A per illuminare, tasti dorsali per aspirare ed espellere, tasto X per l’azione, il tutto che va avanti secondo un ritmo accattivante ed assuefante. Un gameplay elementare, in tipico stile Nintendo, capace di catturare ed appassionare, complice anche un comparto tecnico colorato e solido. I dettagli e la cura riposta sono palpabili, l’atmosfera che sintetizza un “simpatico terrore” è stupefacente ; i fantasmi, i modelli poligonali, gli effetti di luce, gli effetti particellari e le animazioni brillantemente realizzate sono i capisaldi di un titolo visivamente davvero solido. Meno – sotto questo punto di vista – è il frame rate: pur trattandosi di una build relativamente datata, le parti esterne alla magione sono caratterizzate da una fluidità piuttosto ballerina, rallentando drasticamente nelle fasi più concitate. Ciononostante, lo sfarzo di un titolo già estremamente appetibile, è – senza ombra di dubbio – arricchito dalla presenza di un effetto 3D coinvolgente, simpatico ed elettrizzante. È proprio nella fase di cattura, quando tutti i nostri sforzi sono concentrati nel risucchiare il malcapitato fantasma, che l’effetto tridimensionale è accentuato e posto ai massimi livelli. La sovrapposizione del getto e del fantasma in procinto di liberarsi donano un senso di grande concitazione e divertimento, tramite l’essenziale complicità della gamma di colori brillanti usata in tali occasioni, in netto contrasto col tono più cupo degli altri momenti.
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